lunedì 21 luglio 2008

Sentinella nella notte



Fatela voi la guardia, di notte, nel bosco, con tutti i compagni che dormono.
Certo, ti hanno dato un’arma. Capirai… un moschetto che si è fatto onore nella guerra di Libia, nella Grande Guerra, in quella d’Etiopia e naturalmente anche in quella di Spagna. Un’arma vecchia, degna di Carlo Codega insomma, mentre i tedeschi, e talora i fascisti, hanno armi nuove, che sparano a raffica.
E poi nel bosco, di notte, ci sono mille rumori. È incredibile quanti animali decidano di andare in giro a quell’ora! Se poi vieni dalla città e la montagna l’hai vista qualche volta ai tempi in cui andavi in vacanza, tutto ti pare spaventoso. Tanto più che i compagni si divertono a raccontarti storie delle più strane creature che pare si aggirino tutte su quei monti….

«Cosa fai a casa? Vieni in montagna con noi, a fare il partigiano» mi avevano detto.
E così, stanco di nascondermi ai tedeschi, ai fascisti, alle spie, avevo deciso di andare, quando ormai speravo che la guerra fosse finita. Tre anni di guerra, di cui due in Jugoslavia, coi partigiani slavi sempre pronti a farti la pelle e ora mi ritrovavo a fare il partigiano, su per i monti dell’Ossola, con la responsabilità dei compagni che russavano nella baita e i tedeschi che potevano salire dal sentiero…
Dei passi!
Non c’erano dubbi, quelli erano passi…
Un passo, due passi. Un passo, due passi.
Accidenti, sono in due!
Che faccio, sono vicini…
Metti il colpo in canna e fai come ti hanno insegnato.
«Chi va là? Fermi o sparo!»
A dire il vero mi avevano detto un’altra cosa.
«Se gridi: “chi va là? fermi o sparo!” quelli ti sparano prima che tu abbia finito la seconda frase. Perciò, tu spari. Poi gridi e spari il secondo colpo in aria.»
Ma quelli erano metodi che non mi sentivo di applicare…
Quelli, nel frattempo, non hanno risposto e continuavano a salire.
Un passo, due passi. Un passo, due passi...

BAM, BAM.
Due colpi.
Qualcosa che rotola a terra come un corpo morto.
Un brevissimo silenzio.
Urla che arrivano dalla baita, coi partigiani che schizzano fuori da tutte le parti, con l’arma in una mano e la cintura dei calzoni nell’altra.
Si va a vedere.
Niente tedeschi. Niente fascisti.
Potremmo definirlo “fuoco amico”, ma a questo punto è meglio chiamarlo, semplicemente, “pranzo”.
"Domani tapelucco" dice il cuoco.
Povero asino, vittima innocente della guerra…

1 commento:

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