sabato 6 febbraio 2010

Il Ponte del Diavolo

Ponte in Valstrona (foto D. Brioschi)

Un giovane pastore scrutava la profondità del burrone e sospirava. Guardava il torrente e sospirava. Tra un sospiro e l’altro pensava alla sua fidanzata, che abitava dall’altra parte del torrente. Così vicina che poteva vedere il fumo del suo camino, eppure irraggiungibile per colpa della piena. E tornava a sospirare. Il rumore della sua sofferenza si fece così forte che finì con l’essere udito nelle profondità della terra da orecchie non umane.
«So io cosa ci vorrebbe» disse improvvisamente una voce alle sue spalle.
Il pastore saltò in piedi, spaventato. Nessuno viveva da quella parte del burrone. Nessuno oltre a lui e alla sua famiglia. Quando vide che dal mantello che avvolgeva la figura sporgevano due piedi da capra, comprese che di fronte a lui stava il Diavolo in persona.
«Un bel ponte di pietra» continuò l’altro. «Per passare dall’altra parte ed andare da lei ogni volta che lo desideri. Non ti piacerebbe?»
Il giovane cominciò ad accarezzare quell’idea.
«Ma come potrei mai costruire un ponte? Non ho pietre, né strumenti, né saprei da che parte cominciare.»
«Potrei costruirlo io» un sorriso da volpe comparve sul volto dell’altro. «Lo posso fare in un battibaleno. Così velocemente da consentirti di arrivare là prima del mugnaio.»
La gelosia prese subito il pastore, perché sapeva che il mugnaio aveva messo gli occhi addosso alla sua fidanzata.
«Presto!» gridò «Costruisci il ponte!».
«Un momento. Ogni cosa ha un prezzo…»
«Cosa vuoi in cambio?» domandò disperato.
«Voglio» disse solenne il Diavolo «l’anima del primo che l’attraverserà.»
«E sia» mormorò il giovane.
Non aveva ancora finito di parlare che già il Diavolo aveva iniziato a lavorare e in men che non si dica aveva finito. Il pastore si strofinò gli occhi, guardando il ponte che scavalcava il burrone.
Stava già per correre dall’altra parte, verso la felicità, quando gli tornò in mente lo scellerato patto col Diavolo che aveva stretto. E, vedendolo nascosto sotto il ponte per ghermire l’anima di chi l’avesse percorso per primo, la paura si tramutò in disperazione. Si buttò a terra, cominciò a piangere, maledicendo la sua sorte e invocando i santi e la Madonna.
Allora, spinto dalla curiosità o richiamato dalle preghiere, si avvicinò un agnello. Il pastore lo vide, lo abbracciò, lo baciò e lo spinse sul ponte. Quando fu a metà strada il Diavolo saltò fuori, ma si accorse subito di essere stato ingannato. Urlando per la rabbia si gettò nell’abisso, trascinando con sé l’agnello.
Il giovane corse ad abbracciare la sua fidanzata e vi andò la sera seguente, ma la mattina del terzo giorno, tornando verso casa, vide sul ponte l’agnello che gli correva incontro belando.

7 commenti:

  1. Ciao! Il racconto è veramente terribile! (In senso buono si intende^^)
    Molto molto bello!

    P.s. anche io scrivo racconti, se ti interessano, visita il mio blog!

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  2. Bellissimo racconto, terrificante nella sua semplicità. Un abbraccio

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  3. È davvero bello questo racconto! E mi piace pensare che dietro a questo ponte si nasconde tale leggenda!

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  4. Benvenuto Michael. Vengo da te a fare un giro curioso...

    @ Fel: terrificante? questo racconto sorprende me per primo, ma vi dirò più avanti perché.

    @ Ele: a dire il vero non so se quello raffigurato sia chiamato localmente "Ponte del Diavolo". Però ne ha le caratteristiche.

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  5. Un racconto ansioso... ma molto riflessivo!!!
    Che aveva l'agnello???
    Mi sa che devo aspettare il seguito... hehehehehe
    Ciao Alfa si si lo so che ti piacciono storie antiche e misteriose... hehehehehe
    Ti lascio una buona serata e per domani buon inizio settimana... un abbraccio

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  6. @ Paola: che aveva l'agnello?
    Intendi dire cosa aveva da belare?
    O come ha fatto a ritornare dopo essere stato precipitato dal diavolo nell'Abisso ed esservi rimasto tre giorni?

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